Vi avverto. Questa è una storia lunga e tormentata, fatta di errori, ripensamenti e fallimenti. E, come nelle fiabe russe, ad un certo punto spunta l’aiutante, ché sennò in fondo non ci sarei mai arrivata… Da tempo desideravo realizzare un tappeto all’uncinetto, come tanti se ne vedono in rete, realizzati prevalentemente con la fettuccia. Visto che la mia intenzione era quella di destinarlo alla terrazza, ho optato per qualcosa di più rustico che secondo me avrebbe assolto meglio la sua funzione, oltre ad essere un materiale che mi piace molto per la decorazione: lo spago. Ho scelto uno spago molto grosso, da lavorare con l’uncinetto n. 10. Ho quindi cercato uno schema che mi sembrasse adatto, optando per una forma ellittica, ed ho cominciato a lavorare. Già dopo qualche giro mi sono accorta però che qualcosa non funzionava; gli aumenti di maglie erano evidentemente troppi, ed il tappeto si arricciava. Dopo aver lasciato il lavoro lì qualche giorno in attesa di giudizio, quindi, ho optato per lo smontaggio e ho disfatto tutto.
Per il secondo tentativo mi sono affidata ad uno schema rotondo, il cui aspetto da centrino gigante mi piaceva molto. Anche qui, però, dopo qualche giro, si è ripresentato lo stesso problema
… Con un po’ di disappunto e la consueta stizza che accompagna i miei lavori non riusciti mi sono quindi arresa all’idea che non di schemi sbagliati si tratti, ma semplicemente del fatto che la resa dello spago rispetto ai filati pensati per queste realizzazioni sia diversa, e quindi gli schemi non tornano. A questo punto, smontato una seconda volta il lavoro, mi sono affidata al metodo empirico puro e, catenella dopo catenella, archetto dopo archetto, ho cercato per quanto potessi di imitare l’aspetto del “centrino” di cui avevo abbandonato lo schema con le mie nozioni base di crochet, aumentando solo quel poco che ho ritenuto necessario. Ed è qui che entra in gioco l’Aiutante (se non ce l’avete non provateci nemmeno a fare questo tappeto, non vi riuscirà).
Dopo aver rapidamente preso possesso della situazione, l’Aiutante ha: mordicchiato ben bene lo spago; compiuto complesse evoluzioni su lavoro ammezzato in modo da impregnarlo della sua magica essenza; stirato e spianato a lungo il tutto, in modo che in futuro non si arricciasse proprio più (vedi tutorial fotografico). Terminato il rituale e rientrata in possesso dell’uncinetto, che nel frattempo era scomparso sotto un mobile, ho potuto continuare e terminare il lavoro, che non poteva altro che venire bene:
Ci sono voluti in tutto tre gomitoli da mezzo chilo di spago; nonostante il lavoro cresca molto velocemente, anche il filo si consuma in pochi giri (il diametro finale è di circa 80 cm). L’unico inconveniente è che adesso l’Aiutante, avendo partecipato così attivamente alla realizzazione, considera il prodotto finale di sua esclusiva proprietà!
Ah ah mi ricorda qualcosa… 🙂 certo con un aiuto così vinci facile 😉
Però sono onesta. Mica dico che ho fatto tutto da sola| 😀
Hai creato un… centro di benessere… per l’ Aiutante!
Bravissima, non è facile lavorare con lo spago.
Ahah! Il centro benessere mi piace! Grazie!
:-D:-D:-D
Hip hip urrá per l’Aiutante!
Oggi è anche il suo (ipotetico) compleanno!!!
Troppo bello, sia il tappeto che l’aiutante. =)
Dani
Grazie Dani!
Posso solo dirti che è BELLISSIMO. Ma non sono sicura che sarebbe uscito qualcosa di così ben fatto e originale senza il fondamentalissimo aiutante!!! ;D
Certo è così!!! E devo dire che in effetti è sempre molto interessata alla buona riuscita delle mie imprese… 😀 Grazie!
Ma è bellissimo questo tappeto….!
Grazie! Piace anche alla Buba! 😆
Mi era sfuggito… Ho visto dopo che il post è di un po’ di tempo fa… Proprio bello! Ah, c’ho casa da fare eh, faccio così per dire 😜
Vediamo per la soffitta, magari… va resa ACCOGLIENTE😉
😂😂😂